La resistenza agli antibiotici è una delle principali preoccupazioni della ricerca scientifica in campo sanitario. Comprendere i meccanismi di resistenza e la loro comparsa è infatti fondamentale per poter sviluppare nuovi medicinali e per il loro impiego efficace. Come noto, l’antibiotico peptidico albicidina è uno dei candidati più promettenti essendosi mostrato in grado di uccidere un’ampia gamma di batteri gram-positivi e gram-negativi interrompendone la replicazione del DNA.
LA RESISTENZA CONTRO L’ALBICIDINA
Tuttavia, nonostante l’efficacia del composto, alcuni batteri sono stati in grado di sviluppare lo stesso una forte resistenza contro tale farmaco. E proprio per svelare il meccanismo posto alla base di questa “resistenza”, gli scienziati della Freie Universität Berlin hanno sviluppato un’approfondita ricerca sull’albicidina, pubblicata su PLOS Biology, con la quale si è scoperto che tale meccanismo è basato sull’amplificazione genica che conferisce un aumento fino a 1.000 volte dei livelli di resistenza contro l’albicidina. I dati di sequenziamento e proteomica dell’RNA hanno mostrato che due batteri spesso associati all’infezione umana – Salmonella typhimurium ed Escherichia coli – sono in grado di sviluppare resistenza se esposti a concentrazioni sempre più elevate del composto a base di albicidina.
UN MECCANISMO PRESENTE NEI BATTERI GRAM NEGATIVI
La loro analisi ha ristretto la fonte di questa resistenza a un aumento del numero di copie di un gene noto come STM3175 (YgiV) nelle cellule batteriche, che viene amplificato in ogni nuova generazione di cellule man mano che si moltiplicano. Studi filogenetici suggeriscono dunque che questo meccanismo di resistenza è onnipresente nei batteri gram-negativi e gli esperimenti della Freie Universität Berlin confermano che gli omologhi STM3175 possono conferire resistenza a patogeni come Vibrio vulnificus e Pseudomonas aeruginosa.
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