Quasi la metà dei casi di demenza – termine generico per indicare più di 100 diverse patologie che colpiscono la funzionalità del cervello – possono essere prevenuti o addirittura ritardati fronteggiando 14 fattori di rischio che iniziano già durante la fase dell’infanzia. E’ il risultato a cui è giunta la Lancet Commission, una speciale task-force composta da 27 esperti mondiali, che è stata in grado di identificare proprio quei fattori di rischio.
LO STUDIO SU LANCET
Nel loro studio, pubblicato sulla rivista Lancet, i ricercatori, che già nel 2020 avevano identificato dodici fonti di rischio della demenza (basso livello di istruzione, perdita dell’udito, ipertensione, fumo, obesità, depressione, inattività fisica, diabete, alcol, trauma cranico, inquinamento e isolamento sociale), ne hanno identificato altre due: si tratta del colesterolo alto e della perdita visiva.
LE RACCOMANDAZIONI DEGLI ESPERTI
Ebbene, dati alla mano, la Lancet Commission ha stilato 13 raccomandazioni per ridurre l’incidenza di quei fattori. Si passa infatti dal fornire a tutti i bambini un’istruzione di buona qualità fino a offrire apparecchi acustici per quanti accusassero una perdita dell’udito. Ancora: viene consigliato di trattare la depressione, di organizzare azioni contro la solitudine; poi la lotta all’inquinamento ed al fumo. Infine è anche cruciale ridurre il contenuto di zucchero e sale negli alimenti.