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Infezioni correlate all’assistenza e resistenza agli antibiotici: tassi ancora elevati in Italia

In Italia negli ospedali restano alte le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici rilevate nei microrganismi ‘sorvegliati’, anche se per alcune combinazioni microrganismo/antibiotico si continua ad osservare un andamento in diminuzione; cresce leggermente la prevalenza dei pazienti con una infezione correlata all’assistenza negli ospedali per acuti, mentre cala dopo il picco pandemico quella nelle terapie intensive. Sono questi i principali andamenti riscontrati dalle diverse sorveglianze e gestite o coordinate dall’Istituto Superiore di Sanità, resi noti nel corso del convegno “L’antibiotico-resistenza in Italia: stato dell’arte e risultati delle rilevazioni 2022-2023 sulle Sorveglianze delle Infezioni Correlate all’Assistenza ICA e dell’Antibiotico-resistenza” che si è tenuto oggi nella sede dell’Iss.“La raccolta di dati affidabili è il primo passo indispensabile per la risoluzione di qualunque problema medico, e questo vale a maggior ragione per fenomeni complessi come le infezioni correlate all’assistenza e la resistenza agli antibiotici. Questo convegno – ha affermato il Commissario Straordinario dell’Iss Rocco Bellantone in apertura dell’evento – è un’occasione per aumentare la consapevolezza del problema tra gli operatori sanitari e continuare a fare rete per migliorare l’implementazione del Piano Nazionale di contrasto”.

 “Il tema della resistenza agli antibiotici va affrontato nella sua complessità ed è per questo che, nell’organizzazione della giornata di oggi, abbiamo voluto toccare alcuni degli aspetti più significativi per mettere a punto interventi efficaci – sottolinea Anna Teresa Palamara, direttrice del dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss. Tra questi la sorveglianza, cioè la capacità di tracciare la circolazione dei microrganismi resistenti ed il loro impatto sulla salute, la ricerca in una prospettiva ‘One Health’ che è la base solida su cui si fonda l’innovazione e il progresso tecnologico in campo diagnostico, preventivo e terapeutico; i modelli organizzativi sul territorio, da cui dipende l’attuazione di qualsiasi piano che voglia guidare tutte le attività di contrasto”.

“Il tema della resistenza agli antibiotici non riguarda solo la salute umana, ma va visto in un’ottica ‘One Health’. – ha ricordato il Direttore Generale dell’Iss Andrea Piccioli -. Una prova ulteriore di questa necessità vie e dai risultati preliminari del progetto ‘Sea Care’, coordinato dall’Iss con la Marina Militare. I nostri ricercatori a bordo dell’Amerigo Vespucci e di altre navi della Marina nel corso dei loro campionamenti hanno trovato i geni della resistenza in acque del Mediterraneo, dell’Oceano Atlantico, del Golfo Persico e persino dell’Oceano Artico”.

Fonte news: Istituto Superiore di Sanità (clicca per saperne di più)

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